LUIGI TENCO - Biografia e contatti ufficiali

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Luigi Tenco è un cantautore, poeta e attore italiano. Nato a Cassine (Alessandria) il 21 marzo 1938, morto a San Remo (Imperia) il 27 gennaio 1967.

Trascorre l’infanzia nel paese di origine della mamma Teresa, Ricaldone (Alessandria), dove ha modo di osservare le fatiche della vita semplice e rurale, così come le conseguenze degli orrori della seconda guerra mondiale. Già da piccolo culla gli argomenti a lui cari che diventeranno i temi di molte sue canzoni di forte spirito antimilitarista, di ricerca della giustizia sociale, dell'introspezione dello spirito umano e dell'esaltazione dell'amore. All’età di quasi dieci anni si trasferisce con tutta la famiglia a Genova, città in ricostruzione dopo i bombardamenti della guerra, dove trascorre l’adolescenza e gli anni dell’università.

Qui frequenta altri ragazzi appassionati di musica che poi, come lui, diventeranno famosi personaggi della canzone italiana. Numerosi sono i suoi concerti nei clubs di quasi tutta l'Italia e diversi sono quelli eseguiti all'estero. Con alcuni dei suoi amici condivide anche riflessioni di natura sociale, o scambi di opinioni sulle conquiste femminili, o ancora momenti di goliardia a base di barzellette, ma anche gesti di generosità quali, per esempio, i piccoli concerti gratuiti per i centri anziani. Sin dagli inizi della sua carriera musicale, come avvenuto con la band 'I Cavalieri' editi dall'etichetta autofinanziata 'Tavola Rotonda' di cui fa parte, desidera l'indipendenza dei giovani autori musicali dalle grandi case discografiche ed anche per questo motivo qualche anno dopo gli verrà chiesto da alcuni suoi colleghi di farsi loro portavoce per questa battaglia persino presso la SIAE. Il suo ingresso ufficiale nel panorama dei cantanti professionisti avviene nel 1960 con il successo nazionale della canzone 'Quando' inciso dalla casa discografica 'Ricordi' di Milano, brano che poi sancirà l'amicizia pura con Fabrizio De André. In questo periodo compone numerose ballate e molte canzoni d’amore che diventeranno celebri sia in Italia che all'estero. Svariate sono anche le sue incisioni di dischi in lingua straniera: inglese, francese, spagnolo e catalano.

Nel 1962 intraprende l’attività di attore cinematografico accettando il ruolo di co-interprete, insieme all'attrice Donatella Turri, nel film 'La cuccagna' del regista Luciano Salce che tratta il tema dell'illusione del boom economico italiano degli anni '50 e '60. Su questa pellicola si fotografa lo stato di povertà sociale, si aborrisce la sempre più dilagante corruzione e si critica sarcasticamente ogni attività militare. La lavorazione di questo film, girato a Roma e dintorni, diventa l'occasione migliore per appassionarsi al mondo della cinematografia e delle colonne sonore. Infatti, insieme a Ennio Morricone orchestra e incide le sue quattro canzoni che fanno parte della colonna sonora del film tra le quali vi è 'La ballata dell'eroe' del suo amico Fabrizio De André che fino a questo momento era stato riluttante ad incidere canzoni finalizzate alle vendite.

In seguito accetta altre partecipazioni cinematografiche alcune delle quali, come avviene per altri cantanti, gli rendono una notevole popolarità: realizza i filmati musicali delle canzoni 'io lo so già' e 'ho capito che ti amo' che il regista Tullio Piacentini, noto per aver creato i videoclip musicali sin dalla fine degli anni '50, produce per i suoi films musicali o per proiettarli nei cinema e teatri che gestiva in Italia in sostituzione dell'Avanspettacolo o dei Caroselli. Altre sue canzoni vengono utilizzate come sigle di importanti programmi televisivi come nel caso della romantica 'ho capito che ti amo' per il più importante sceneggiato in Argentina intitolato 'Casinò Philip', o dell'antimilitarista 'ballata del marinaio' per il programma televisivo italiano 'La comare', o ancora dell'intimista 'un giorno dopo l'altro' per lo sceneggiato italiano 'Il Commissario Maigret' attraverso la quale, nonostante la giovanissima età in cui la scrive, narra con estrema sensibilità il senso della fuggevolezza della vita dell'essere umano.

In anni nei quali il servizio militare è ancora obbligatorio (nel 1965 per Tenco) e la divulgazione delle canzoni può avvenire quasi esclusivamente attraverso la vendita dei dischi in vinile, la diffusione nei programmi delle poche emittenti radiofoniche e la rara presenza dell’unica emittente televisiva della Rai – Radiotelevisione, anche Luigi Tenco subisce la censura e la limitazione alla distribuzione di alcune canzoni: tra queste vi sono 'Cara maestra' dove affronta il tema della parità dei diritti sociali, 'Io si' nella quale esprime il peccaminoso concetto "t’avrei insegnato qualcosa dell’amore che per lui è peccato" e infine 'Se sapessi come fai' dove deve sostituire la scostumata parola "fregartene" con "infischiartene". Tuttavia attraverso le sue canzoni, considerate rivoluzionarie sia per le innovative strutture musicali che per i contenuti originali, aderisce al sentimento di protesta popolare che lo vede parte integrante o addirittura antesignano del rinnovamento culturale italiano: sono gli anni della cosiddetta generazione beat che, in un fenomeno più ampio, diventerà anche dei sessantottini. Le sue canzoni, in questo particolare contesto storico e sociale dell'Italia, segnano dunque un passaggio importantissimo nella storia della musica italiana in quanto iniziano il nuovo genere musicale definito dei Cantautori e di cui Tenco è considerato il capostipite.

Il 1966 è l’anno di sua maggiore attività professionale durante il quale, trasferitosi a Roma, scrive anche canzoni per altri cantanti. I suoi colleghi, molti dei quali sono ora famosi, sono quasi tutti appartenenti alla sua casa discografica: la RCA Italiana, una sub-società della RCA Americana entrata nel mercato discografico italiano attraverso il famoso 'Piano Marshall' (piano/strategia di ripresa economica europea dopo l'ingresso militare in Europa dell'America). A fine estate del '66 firma la partecipazione al Festival della Canzone Italiana di San Remo del 1967 in coppia con la famosa cantante franco-italiana Dalida, all'anagrafe Iolanda Cristina Gigliotti. Per l'occasione scrive la canzone antimilitarista 'Li vidi tornare' che però viene contestata dalla sua stessa casa discografica. Non potendo rescindere gli accordi presi e quindi non potendo ritirarsi dal Festival che in passato aveva sempre ignorato, di conseguenza decide di usare l'occasione per trasmettere concetti utili al pubblico e alla collettività scrivendo un brano in cui tratta i temi dell’emigrazione e del lavoro: 'Ciao amore, ciao'.

A gennaio del 1967 Luigi Tenco arriva a San Remo il lunedì 23 e sceglie di non concedersi ai mass-media, ad eccezione dell'intervista radiofonica nella quale si dichiara felice per l'eventuale vincita di Dalida, fino al giorno delle prove generali del Festival che in quegli anni si svolgeva nel Teatro del Casinò Municipale della cittadina ligure. Durante le prove pomeridiane di giovedì 26 risultano esserci stati degli attriti con alcune persone legate all'organizzazione della manifestazione. Poche ore dopo, in diretta-tv in Eurovisione, si esibisce con il saluto tipico dell'attore di teatro quando fa chapeau verso il pubblico e canta 'Ciao amore, ciao' a cui segue l'interpretazione di Dalida. Nonostante l'importanza internazionale della sua partner musicale, considerata dalla stampa la più favorita a vincere il Festival, una presunta e controversa giuria elimina la canzone ed il relativo duo dalla gara canora. Ne conseguono altre discussioni durante le quali vengono ipotizzate delle combines sulle selezioni della serata. Verso mezzanotte e mezza rientra all'Hotel Savoy, dove alloggiava, per prendere la sua valigia e partire per Milano. Alle ore 02:30 circa del 27 gennaio, ad appena 28 anni, Luigi Tenco viene trovato privo di vita per colpo di arma da fuoco. I rilievi della Polizia di Stato, supervisionati dalla Procura di Imperia, non chiariscono le dinamiche della morte e addirittura sembrano allontanare l'accertamento della verità. All'alba dello stesso giorno l’organizzazione del Festival della Canzone Italiana, insieme ai responsabili della Rai, convoca una conferenza stampa durante la quale attribuisce a Tenco attitudini e stati emotivi mai verificati ma che segneranno negativamente la sua immagine per diversi decenni. Invece la magistratura, lasciando che si consolidi nell'immaginario collettivo l'idea diffusa dai giornali, decreterà senza ulteriori indagini la morte per suicidio soltanto cinque mesi. La salma di Luigi Tenco lascia San Remo nelle prime ore del 27 gennaio stesso in direzione di Recco (Genova), dove aveva deciso di vivere insieme alla madre Teresa, al fratello Valentino e alla famiglia di lui (la moglie Graziella e i figli Patrizia e Giuseppe). Quando il 30 gennaio raggiunge la chiesa e poi il cimitero di Ricaldone, dove giace ad eterno riposo, ad accompagnarlo ci sono il fratello Valentino ed i parenti più stretti, l'amico Fabrizio De André (che gli dedicherà la canzone 'Preghiera in gennaio'), l'amico Gian Franco Reverberi (che a dicembre del 1965 aveva accompagnato Luigi nella tournée in Argentina), il compositore Gian Piero Reverberi (che il 26 gennaio aveva diretto l'orchestra sanremese durante l'esecuzione di 'Ciao amore, ciao'), il cantante Michele (a cui Luigi aveva chiesto di essere sostituito al Festival), l'amica di scuola Anna Fabbri (moglie di Gino Paoli), l'amico M° Ezio Leoni (direttore d'orchestra della Ricordi), altri amici della casa discografica Ricordi, altri parenti, alcuni amici di vita quotidiana e più di duemila persone alcune delle quali forse in cerca di personaggi famosi, tutti assenti.

Le canzoni di Tenco, oltre che in Italia, vengono distribuite e vendute in Libano, Uruguay, Giappone, Grecia, Brasile, Argentina, Mexico, Spagna, Portogallo, Germania, Francia e in tanti altri paesi. Tutto ciò senza contare l'effetto della globalizzazione derivante da internet. Le sue canzoni rimaste indelebili nella memoria collettiva si potrebbero contare in una o due mani, in realtà sono ben 124 le canzoni in cui risulta averci messo mente e/o mano. A più di cinquant’anni dalla sua scomparsa le sue canzoni vengono apprezzate da un pubblico giovanissimo (16-25 anni) per circa il 30% dei suoi estimatori e da un pubblico comunque giovane (25-45 anni) per circa un altro 30%, oltre che dagli ammiratori di sempre per il rimanente circa 40%.

La famiglia Tenco, a partire dall'ormai defunto fratello Valentino che con Luigi ha avuto sempre un legame particolarmente affettuoso, pur preferendo rimanere estranea ai meccanismi del mondo dello spettacolo e soprattutto del banale gossip delle notizie di cronaca, si è sempre battuta per difendere con tutte le energie possibili i valori umani di Luigi sconosciuti a molti: la sua generosità, la sua bontà, la sua allegria, la sua integrità morale e non ultimo il suo pensiero espresso attraverso le sue opere.

Ringraziamo tutti coloro che si adoperano per ricordare Luigi, dai semplici ai grandi personaggi e dai piccoli ai grandi eventi, sottolineando il nostro apprezzamento verso le numerose sane manifestazioni di stima per la sua figura, la sua storia e la sua persona. I suoi valori sull’amore, sulla giustizia e sulla giustizia sociale, presenti nelle sue opere e nei suoi pensieri, restano indelebili nelle menti di coloro che lo hanno sempre stimato e soprattutto nell’affetto di noi familiari che sempre lo ricordiamo come un ragazzo buono, onesto e altruista.

Graziella, Patrizia e Giuseppe Tenco

 

Michele Piacentini

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