2014/01/25 - Tenco: ancora bufale a Procura e mass-media

CASO TENCO: ANCORA BUFALE ALLA PROCURA E AI MEDIA. Come ogni anno, dalla fine di gennaio a tutto il post Festival di Sanremo, non si può far a meno di parlare di Luigi Tenco, il noto cantautore drammaticamente scomparso nel 1967. Così è accaduto anche ieri, quasi alla vigilia del fatidico 27 gennaio, quando qualcuno ha voluto diffondere un’altra grande bufala ai mass-media e probabilmente anche alla Procura della Repubblica di Roma. Ieri sera è andato in onda a TVSETTE (Rai1) un breve speciale sul Caso Tenco in cui si è affermato che il bossolo, indicato dalla Procura di Genova (nel 1967 e nel 2007) come elemento appartenente al proiettile che avrebbe ucciso il cantante, non ha tracce corrispondenti a quelle che dovrebbe avere un bossolo espulso dalla pistola Ppk di proprietà del cantante stesso.

Prima di svelare il semplicissimo mistero artefattamente divulgato ieri, è bene ricordare che l’intera scena del crimine del 1967 fu completamente inquinata e manipolata da decine di persone che entrarono nella tristemente nota stanza 219 dell’ormai inesistente Hotel Savoy di Sanremo arrivando addirittura a far spostare il corpo inanime del cantante, con molte suppellettili ed eventuale bossolo, per portarlo prima all’obitorio e poi di nuovo nella stanza 219 dove è stata ricostruita la scena del crimine.

A ciò è bene aggiungere il fatto che l’autore di questa recente operazione mediatica, nonché autore di un libro sulla questione, proprio ieri ha divulgato la notizia del servizio sulla rubrica del TG1 per poi smentirla qualche minuto dopo attribuendo colpe a chissà chi per un eventuale e strano rinvio del servizio televisivo affermando “dopo che hanno coinvolto l’Ansa”… Personalmente non mi risulta che la Rai abbia l’abitudine di avvisare le agenzie stampa per ogni servizio giornalistico. In ogni caso, sulla pagina Facebook di questo autore, dopo la messa in onda televisiva di ieri sono seguite una serie di dichiarazioni finalizzate all’esaltazione delle proprie dichiarazioni. Tra queste spiccano quelle nelle quali costui afferma di aver depositato ieri presso gli uffici della Procura di Roma l’esposto per riaprire il caso affinché si possa ripetere la perizia balistica, mentre l’Ansa ed altre testate, poche ore dopo, avrebbero titolato che la Procura di Roma riapre il Caso Tenco… quando, invece, il probabile esposto giace ancora all’ufficio protocollo (ben noti sono i tempi burocratici a Piazzale Clodio)!

Tornando alla bufala divulgata ieri, solo persone ignare della questione possono abboccare a questa falsa verità poiché è risaputo (atti del Tribunale di Genova che è risalita alla vendita all’asta nel 1968 di alcuni reperti del cantante) che il bossolo in questione è un bossolo ritrovato “miracolosamente” oltre 40 anni dopo e consegnato alla Polizia di Stato da un tizio che non navigava in buone acque… Se l’autore stesso ha sempre contestato l’operato della magistratura (nel 1967 e nel 2007) e la scena del crimine come può ora prendere per buono un semplice elemento di facile manipolazione (il bossolo) che oltretutto era andato disperso e poi stranamente ritrovato decenni dopo? Ma soprattutto come possono i media avallare questa teoria con estrema facilità e attribuendo alla Procura azioni ancora mai compiute?