2012/01/27 - Luigi Tenco 45 anni dopo: la tragica morte
E’ appena finita la prima serata del Festival. Sono le ore 00:10 circa della notte tra il 26 ed il 27 gennaio di 45 anni fa precisi quando gli amici ed i compagni di scuderia (della RCA) cercano di allontanare Luigi Tenco dal Casinò Municipale, convincendolo ad andare a cena con loro. Luigi guida la sua auto in modo nervoso e spericolato fino al porticciolo turistico, dove si trova il ristorante ‘Nostromo’. Alle ore 00:30 circa, la piccola comitiva della RCA, con Tenco e Dalida compresi, entra nel ristorante. Ma Luigi poi ci ripensa e decide di andar via. Tutti hanno inteso che vuole tornare in hotel.
Tenco telefona a Roma a Ennio Melis, il direttore della RCA, o meglio, il gran capo della casa discografica. La telefonata dura pochissimo perché Melis, dopo l’accaduto al Festival, vuole che la sua linea telefonica resti libera. Quasi certamente Luigi telefona anche ad un’altra persona, a colei che dopo circa vent’anni verrà considerata la sua fidanzata segreta. Nel frattempo, al ristorante e verso l’01:00-01:15 circa, giunge una telefonata che avvisa che Tenco “non si sente bene”. Immediatamente Dalida si fa accompagnare all’Hotel Savoy dai due collaboratori della RCA, Mario Simone (che aveva preso la telefonata) e Paolo Dossena. Alle 02:10 circa, per un percorso in cui occorrono solo 10 minuti, Dalida entra per prima nella stanza di Luigi Tenco, la tristemente famosa camera 219. La porta è socchiusa e le chiavi sono appese all’esterno della camera, cioè sulla serratura che da verso il corridoio. In un primo momento Dalida crede che si tratti di un malore, alza il telefono, parla con la reception e chiede di far venire un medico. Poi entrano Dossena, Simone, Reverberi ed altri e si rendono conto, invece, che Luigi è morto.
Dalida è straziata, abbraccia Luigi, piange e impregna i suoi vestiti con il sangue del suo partner musicale. Dossena e Piero Vivarelli prendono Dalida e la portano via trascinandola in camera sua. Qualcuno avvisa la reception per annullare la richiesta del medico e per avvisare invece la Polizia ed il portiere notturno esegue.
Lucio Dalla, alloggiato nella camera adiacente a quella di Luigi, incuriosito dal trambusto, esce dalla sua stanza e si affaccia nella 219 dove vede la macabra scena che lo turberà per molti decenni. Qualcuno, anni dopo, sosterrà invece che Dalla abbia visto tutto e prima di tutti, motivando questo pensiero come giustificazione del suo lungo silenzio. Sempre anni dopo, qualcun altro tra gli stretti collaboratori musicali di Lucio Dalla, rivelerà che Dalla avrebbe confidato la sua disponibilità a raccontare i fatti solo quando si accorgerà che una magistratura vorrà agire seriamente. Anche Sandro Ciotti, che alloggiava nella stanza di fronte a quella di Luigi, viene incuriosito dalle voci delle persone nel corridoio. La stessa cosa è accaduta per i numerosi elementi del gruppo musicale Les Compagnons de la Chanson, tutti alloggiati nelle altre stanze di quel piccolo corridoio dell’ala distaccata dell’hotel e cosiddetta dépandance del Savoy. Gianfranco Reverberi, l’amico d’infanzia di Luigi, nota la stessa triste immagine del recente amico conosciuto a Roma, Sandro Ciotti: Luigi disteso a terra tra il letto ed il comò, con il corpo poggiato sul fianco destro, morto, con la camicia e la maglietta candide ed insanguinate sul petto. Ma Ciotti nota un dettaglio in più, la presenza di Lucien Morisse l’ex-marito di Dalida…
Sul posto giunge la Polizia del Commissariato di Sanremo e gli agenti avvisano del suicidio il Commissario Arrigo Molinari, ormai tornato a casa sua a Genova dopo essere già stato in servizio presso il luogo di svolgimento del Festival. Alle ore 02:45 il commissario Molinari telefona al giornalista Marco Benedetto dell’Ansa per dare la notizia del suicidio di Tenco e poi si precipita a Sanremo all’Hotel Savoy. Nel frattempo l’hotel si riempie di giornalisti, cineoperatori, fotografi, cantanti, membri dell’organizzazione e curiosi. Alcuni di loro sono amareggiati, altri sono spaesati ma qualcuno reagisce bruscamente, come nel caso di Piero Vivarelli che aggredisce fisicamente Ugo Zatterin, l’uomo della Rai che si era imposto nel ripescaggio di un’altra canzone della Fonit.
Alle ore 03:00 il dottor Franco Borelli accede nella stanza 219 per constatare la morte del cantante Luigi Tenco, anche se redigerà questa certificazione in un successivo momento e in un’altra sede. In questo frangente il commissario Molinari si trova al terzo piano dell’hotel dove assiste all’animata discussione tra Ugo Zatterin ed il cronista Lello Bersani e dove è in corso la riunione dei membri del Festival per decidere se allestire oppure no una camera ardente nell’hotel o se addirittura sospendere il Festival.
Nel frattempo il corpo di Tenco viene messo in una bara e trasportato al vicino obitorio di Valle Armea senza che venga effettuato nessun rilievo scientifico. Anche Valentino Tenco, il fratello maggiore di Luigi, avvisato telefonicamente dell’accaduto, arriva all’Hotel Savoy. Ma gli viene detto di andare a cercare il fratello all’ospedale di Sanremo. Il Commissario Molinari ordina di far riportare il corpo di Tenco per le foto di rito e di riposizionare la salma nelle condizioni in cui era stata trovata. Così, il necroforo Giuseppe Bergadano, ormai tornato a casa, viene raggiunto da una pattuglia della Polizia a sirene spiegate per ordinargli di tornare all’obitorio, recuperare il corpo di Tenco e riporlo nella stanza 219. Con pochi minuti di differenza anche Valentino Tenco raggiunge l’obitorio dove, però, gli viene detto che lì non c’è il corpo di Luigi e che probabilmente sta ancora nell’hotel. I necrofori sistemano il corpo di Luigi ma non la pistola che loro ricordavano bene di aver visto appoggiata su un comodino prima di portar via il corpo. Valentino Tenco e tutti gli altri vengono tenuti fuori dalla stanza 219 e alle ore 04:15 iniziano i rilievi scientifici e gli scatti fotografici del fotosegnalatore che, negli anni successivi, faranno discutere tutta l’opinione pubblica anche per l’improbabile posizione della pistola immortalata in quelle foto, andata a finire sotto i glutei. Purtroppo anche il rapporto scientifico della Polizia risulta essere poco veritiero poiché descrive un ‘pavimento in legno’ completamente inesistente…
Alle ore 05:20, Piero Vivarelli e Iolanda Gigliotti in arte Dalida si presentano spontaneamente davanti la stanza 219 per consegnare agli agenti di Polizia un biglietto, interpretato come di addio, scritto da Luigi Tenco stesso e che, unitamente all’arma del delitto ed al movente dato dall’eliminazione dalla gara musicale, permettono all’autorità giudiziaria di accertare i tre aspetti formali che possono far chiudere il caso per suicidio… Ma in pochi e sin da subito credono al suicidio.
Alle ore 08:00 circa la salma di Luigi viene spostata dall’hotel e riportata all’obitorio. Valentino Tenco ha modo di entrare nella stanza degli orrori ed osservare con molte perplessità due scalfitture di pari profondità che gli erano state indicate come segni lasciati dal proiettile micidiale. Tra i presenti gira la voce che nessuno, tra gli ospiti delle vicine stanze a quella di Tenco, ha sentito un rumore di colpo di pistola. I dubbi e le incertezze aumentano di minuto in minuto, ma la gran confusione di persone distrae tutto e tutti.
Alle ore 08:00 circa Dalida si reca al Commissariato di Polizia per l’interrogatorio di rito e poi, dietro pressioni della direzione del Festival tramite la RCA,viene fatta allontanare da Sanremo insieme all’ex marito Lucien Morisse. Alle ore 08:30 circa Ugo Zatterin fa ufficializzare la notizia che il Festival proseguirà senza nessuna interruzione. Alle ore 15:00 circa il Commissario Molinari, con fare affabile, consiglia Valentino Tenco di riprendersi il corpo del fratello per ricondurlo a Recco, a casa sua e dove verrà allestita la camera ardente.
Uno dei primi giornali che parla della morte di Luigi Tenco nello stesso giorno in cui è accaduto il fatto è il ‘Carlino Sera’ di Bologna che titola “Tenco si è sparato. Lasciano il Festival gli artisti della RCA”. La maggior parte delle notizie su questo argomento girano tramite le emittenti radiofoniche. Ma l’impatto più grosso con il grande pubblico avviene la sera con il notiziario del TG1 delle ore 20 che cita l’episodio senza mandare in onda nemmeno una parte del lungo servizio realizzato dal cronista Rai Lello Bersani. Alle ore 20:30 va in onda la seconda serata del Festival della Canzone Italiana di Sanremo che apre con le parole di Mike Bongiorno “Signore e Signori buona sera, diamo inizio alla seconda serata con una nota di mestizia per il triste evento che ha colpito un valoroso rappresentante del mondo della canzone” ed immediatamente dopo con l’apertura sdrammatizzante della co-conduttrice Renata Mauro che dice “Chi è il primo cantante di questa sera?”. E questi sono i cantanti che si esibiscono sul palcoscenico della Sala delle Feste del Casinò Municipale di Sanremo: Lucio Dalla e The Rokes, Sergio Endrigo e Memo Remigi, Antoine e Gian Pieretti, Claudio Villa e Iva Zanicchi, Little Tony e Mario Zelinotti, Carmen Villani e Pino Donaggio, Bachelors e Wilma Goich, Dionne Warwick e Peppino Di Capri, Carmelo Pagano e Roberta Amadei, Betty Curtis e Tony Del Monaco e infine Sonny e cher e Caterina Caselli che cerca di non esibirsi e di abbandonare il Festival per l’indifferenza che viene mostrata sull’accaduto di qualche ora prima.
(di Michele Piacentini)